Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa

Dizionario Storico Tematico La Chiesa in Italia
Dopo l'Unità Nazionale
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Confraternite laicali - vol. II


Autore: Emanuele Boaga †

La situazione delle confraternite laicali (= c.) agli inizi dell’unità d’Italia rifletteva in gran parte le alterne vicende da esse subite nella prima metà del secolo XIX e che avevano avviato per molte di esse un lento ma inesorabile affievolimento di presenza nel tessuto sociale e religioso. A peggiorare questo stato giunse da parte del governo italiano una serie di leggi emanate tra il 1870 e il 1890 per regolare la situazione delle c. nel contesto dei criteri da seguire in vista del riconoscimento statale degli enti di beneficenza. Ciò portò un profondo sconvolgimento del mondo confraternale, con l’estinzione di una gran numero di c., alcune già del tutto esaurite ed altre ancora vitali e ben presenti nella vita associativa cittadina. In questo contesto si ebbe anche la pubblicazione di opuscoli di propaganda e libelli degrignatori che diedero vita a polemiche molte accese. Così il termine c. divenne sinonimo di associazione ristretta, di arretratezza, e di malevoli preconcetti. Inoltre la legge del 18 luglio 1904, n. 390, stabiliva che le c. erano sottoposte alla commissione provinciale di assistenza e pubblica beneficenza per l’approvazione dei bilanci e per gli atti eccedenti la semplice amministrazione. Solo più tardi, con l’articolo 29 del Concordato del 1929 tra lo Stato Italiano e la S. Sede, verrà stabilito che le c., aventi scopo esclusivo o prevalente di culto, dipendono dall’autorità ecclesiastica; e per tutte le c. esistenti prima del 1929 verrà riconosciuta la loro personalità giuridica.

Sul finire del secolo XIX in varie c. si registrava un impegno ad affrontare i problemi che venivano posti per la loro esistenza, in rapporto alla loro finalità di culto e di beneficenza. Per portare un esempio, nel 1899 a Pisa fu creata l’Unione Federativa delle Misericordie (divenuta in tempi più recenti la Confederazione Nazionale delle Misericordie).

Con la promulgazione del Codice di Diritto Canonico del 1917 si ebbe un organico complesso normativo sia per le c. “storiche” sia per quelle nuove. Così il Codice pio-benedettino riconosceva ai fedeli il diritto di associarsi, il riconoscimento giuridico e l’erezione formale delle conseguenti associazioni, e per le c. stabiliva norme circa la loro istituzione, l’amministrazione dei beni temporali, lo stabilire statuti, il tenere adunanze, il cambio di sede. Inoltre l’atteggiamento ecclesiastico verso le c. sottolineava in quegli anni che le c. non portassero alcun pregiudizio ai diritti del parroco nella chiesa parrocchiale, e in casi di dubbio e di contestazione la decisione spettasse all’Ordinario del luogo.

Dopo la prima guerra mondiale per la vita delle c. conobbe un’altro periodo di difficoltà abbastanza lungo e che si è protratto fino ai tempi dopo il Concilio Vaticano II, e la conseguente fase iconoclastica, durante la quale venne spesso a mancare la dovuta e indispensabile attenzione da parte di chi aveva il compito di proteggerle e vivificarle. Così si verificava un progressivo abbandono e la fine per inedia di molte c. Un’eccezione fu l’attenzione dei vescovi pugliesi al mondo confraternale, per il quale scrissero una lettera pastorale collettiva.

Dagli anni ‘80 del secolo scorso il cammino storico delle c. italiane viene segnato da due aspetti. Il primo presenta una ripresa di queste istituzioni, assai rilevanti per la pietà popolare, anche con un interessante diffondersi di nuove c. Questo risveglio comprende certamente tante cose, piccole o grandi, ma sicuramente la più importante è quella di adeguare ancor più lo stile della vita confraternale al messaggio del Concilio Vaticano II, trasformando il partecipare alla vita della c. stessa in esperienza personale e comunitario di “cammino di fede”. Così l’attenzione ad una serie di valori e di gesti rafforza e motiva l’impegno dei membri delle c. Ormai risulta chiaramente dalle numerose pagine web di c. che la loro vita non viene più ridotta ad alcune attività con al centro la processione annuale in onore dalla Madonna o di un santo patrono, o per la Settimana Santa, ma si apre sempre più a una intensa vita di preghiera, di partecipazione a celebrazioni liturgiche attraverso il calendario mensile delle attività, la carità come solidarietà aiuto, amicizia e comunione con le persone del territorio. Realtà che stanno divenendo la chiave di lettura dell’agire confraternale e la ragione, ancor oggi, della sua esistenza vitale radicata nel territorio. Un contributo notevole a questa ripresa e revisione della vita confraternale è stato dato e viene ancora offerto dalla rivista Confraternite oggi pubblicata dal 1983-1984, e soprattutto dalla Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia, eretta dalla C.E.I. il 14 aprile 2000 con sede in Roma.

Il secondo aspetto riguarda invece quelle confraternite che risultano non più operanti. Negli ultimi anni la Conferenza Episcopale Italiana ha invitato i vescovi diocesani a procedere alla soppressione di queste c. “quiescenti”. In sintonia con tale orientamento il Ministero degli Interni ha promosso un’attività di rilevazione di tali c. per verificare, tramite le Prefetture-Uffici territoriali di Governo e le Diocesi competenti, se esistano ancora, se siano operanti, se abbiano mutato natura giuridica, al fine di eliminare dall’ordinamento italiano tutti quegli enti ritenuti inutili o non più funzionanti. Nel decreto di estinzione della c. emanato dall’ordinario diocesano di competenza, deve venire specificato l’ente ecclesiastico cui sono devoluti i beni mobili e immobili.

In questo contesto si apre la via anche ad un’altra soluzione, quella di riattivare le c. dormienti. Un esempio è l’azione vigile svolta dai Priorati diocesani di Genova e Savona che, in sintonia con le varie curie, e mettendo in atto le disposizione della C.E.I., hanno proceduto a sensibilizzare e a valorizzare confratelli sfiduciati e stanchi riuscendo a rivitalizzare diverse c. salvandole così dall’estinzione.

Fonti e Bibl. essenziale

Finora manca uno studio sul percorso delle c. in Italia dal 1861 in poi. Si sono utilizzate informazioni date da monografie locali, e dalle pagine web di molte confraternite e in modo particolare www.chiesacattolica.it/confraterniteoggi.


LEMMARIO