Predicazione – vol. II

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    Autore: Roberto Rusconi

    Le caratteristiche generali della predicazione in Italia nella seconda metà dell’Ottocento ricalcarono a lungo gli orientamenti delineatisi nella prima metà del secolo. Quando durante il pontificato di Pio IX si intensificò la riunione di sinodi diocesani in Italia, nelle loro delibere fu incluso un richiamo ai parroci a spiegare il Vangelo della liturgia del giorno durante la messa domenicale, all’interno di una prospettiva di attuazione delle indicazioni pastorali fornite dal Decretum de reformatione del concilio di Trento e più di recente dall’enciclica Qui pluribus del 9 settembre 1846: con l’invito a svolgere peraltro una predicazione di carattere catechistico.

    Negli ultimi anni dell’Ottocento e agli inizi del Novecento prevaleva comunque una predicazione a carattere marcatamente devozionale, in stretto collegamento con la celebrazione di quarantore, tridui, ottavari, novene, e dei mesi dedicati a san Giuseppe (marzo), alla Madonna (maggio) e al Sacro Cuore (giugno). Tale pratica si protrasse anche nei decenni successivi.

    Con il pontificato di Leone XIII aumentò l’attenzione per la formazione del clero e per le forme della sua predicazione. Il 31 luglio 1894 la Congregazione dei Vescovi e dei Regolari indirizzava una Istruzione sulla sacra predicazione ai vescovi italiani, con l’invito a far cessare «alcuni gravi abusi», legati all’inosservanza di quelle indicazioni sinodali. L’anno successivo, ad esempio, il cardinale di Milano, Andrea Carlo Ferrari, indirizzò ai sacerdoti della diocesi ambrosiana una circolare, in cui raccomandava che nella predicazione si spiegasse la dottrina cristiana, in una forma tradizionale.

    Durante il pontificato di Pio X, nel contesto dell’introduzione di un’uniforme preparazione del clero, il 10 maggio 1907 la stessa Congregazione emanava un Programma generale di studi, che prevedeva un insegnamento di un’ora settimanale di «sacra eloquenza e patristica» per ogni anno di corso. In attuazione di quegli orientamenti nella Circolare sui seminari d’Italia, indirizzata ai vescovi il 16 luglio 1912 dalla S. Congregazione del Concistoro, un insegnamento di «sacra eloquenza» fu elencato fra le materie secondarie. Quanto all’Ordinamento dei seminari emanato dalla S. Congregazione dei Seminari e della Università il 26 aprile 1920, tale insegnamento fu inserito nelle attribuzioni del docente di teologia pastorale.

    Nel frattempo il Codex iuris canonici, promulgato il 17 maggio1917 da Benedetto XV, aveva sancito la responsabilità del vescovo nei confronti di tutta la predicazione in diocesi, anche del clero regolare, l’obbligo della predicazione parrocchiale la domenica e le feste di precetto, l’esortazione a una predicazione quotidiana durante la Quaresima e l’Avvento, e l’indizione di missioni di decennio in decennio. Nel 1913 era uscita a Torino la prima annata di «Verbum Dei. Periodico settimanale di Sacra Predicazione», redatta in prevalenza da sacerdoti diocesani e rivolta a mettere a disposizioni materiali per ogni genere di predicazione: la sua pubblicazione si protrasse sino al secondo dopoguerra.

    Al termine del secondo conflitto mondiale le forme della predicazione dovettero far fronte a una profonda trasformazione della società. Alla situazione volle rispondere l’enciclica Mediator Dei sul rinnovamento liturgico, emanata da Pio XII il 20 novembre 1947. Nel 1956 si tenne a Roma la sesta settimana di aggiornamento pastorale: «La parola di Dio nella comunità cristiana». Gli interventi oscillarono tra un semplice adattamento della predicazione, suggerito peraltro da un messaggio del pontefice, e più ampie prospettive di rinnovamento biblico-liturgico. In quella direzione si muoveva, in quello stesso anno, il primo Congresso Internazionale di Pastorale Liturgica, celebrato ad Assisi.

    Alle nuove esigenze non corrispondeva un aggiornamento nell’insegnamento di sacra eloquenza nei seminari. Alla lacuna vollero supplire pubblicazioni periodiche come Orientamenti pastorali, apparsi in quello stesso anno, e la rivista dei domenicani napoletani Temi di predicazione, uscita l’anno successivo. Le indagini sociologiche registrarono impietosamente la perdita di influenza della predicazione, dovuta in primo luogo a una formazione sostanzialmente carente dei predicatori, cui non suppliva l’eventuale prescrizione di programma unitari di predicazione per diocesi e parrocchie.

    Il decrescente successo della predicazione, connesso alla diminuita frequenza alla messa domenicale, registrava negli anni del concilio Vaticano II anche una crisi di identità, che aveva per oggetto sia le modalità sia i contenuti. I documenti conciliari hanno sottolineato a più riprese l’importanza della predicazione quale compito primario dei vescovi e dei sacerdoti (in particolare la costituzione sulla liturgia Sacrosanctum Concilium, promulgata il 4 dicembre 1963). Ne è risultata una maggiore accentuazione del suo riferimento al testo biblico, all’indomani dell’entrata in vigore della riforma liturgica (7 marzo 1965), seguita dalla pubblicazione anche in traduzione italiana del Messale Romano e del Lezionario. Non ne è derivata, al contrario, una specifica preparazione omiletica dei sacerdoti, trascurata nell’insegnamento ai seminaristi. A tale lacuna ha cercato di supplire l’editoria religiosa, moltiplicando i sussidi per le diverse forme e occasioni.  Il linguaggio dei predicatori ha comunque risentito delle innovazioni connesse alla crescente affermazione dei mezzi di comunicazione di massa, e in particolare della televisione.

    Negli ultimi decenni, a cavallo del volgere del Novecento, l’accentuarsi delle preoccupazioni etiche da parte del magistero pontificio e dell’episcopato italiano ha incrementato in maniera significativa lo spazio assegnato nella predicazione a tematiche di carattere morale e sociale.

    Dopo la esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini di papa Benedetto XVI (30 settembre 2010), particolare attenzione alla predicazione è stata prestata da papa Francesco, in particolare nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013), che ha ripreso molti temi presenti nella esortazione apostolica Evangelii nuntiandi di papa Paolo VI (8 dicembre 1975).

    Fonti e Bibl. essenziale

    A. Ellena [et al.], Ricerca interdisciplinare sulla predicazione, EDB, Bologna, 1973; R. Kaczynski (edd.), Enchiridion documentorum instaurationis liturgicae, C.L.V. – Edizioni liturgiche, Roma, 1976-1997; R. Rusconi, La predicazione, in Storia della Chiesa, vol. XXIII: M. Guasco – E. Guerriero – F. Traniello (edd.), I cattolici nel mondo contemporaneo (1922 1958), Edizioni Paoline, Milano, 1991, pp. 421 433; G. Tuninetti, Predicabili: nell’Otto-Novecento, e Predicazione: nell’Otto-Novecento, in M. Sodi – A. M. Triacca (edd.), Dizionario di omiletica, Elle Di Ci, Leumann (Torino) – Velar, Gorle (Bergamo), 1998, pp. 1172-1177 e pp. 1239-1246; G. Genero, Predicabili: dopo il Vaticano II, e Predicazione: dopo il Vaticano II, ivi, pp. 1177-1180 e pp. 1246-1249; A. Favale, Missioni popolari, ivi, pp. 961-972; AA.VV., L’omelia tra celebrazione liturgica e ministerialità, in «Rivista liturgica», n. 6 (2008), pp. 973-1097; F. Lomanto, La predicazione in Sicilia tra restaurazione, unità d’Italia e moti sociali, Pontificia Università Gregoriana, Roma, 2010.

    Immagini

    Il Cappuccino Mariano da Torino (†1972)


    LEMMARIO