Visite ad limina – vol. II

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    Autore: Angelo Turchini

    Anche se le vicende storiche influenzano la realizzazione delle visite ‘ad limina’e la conseguente trasmissione delle relazioni a Roma – fra 1853 e 1870 a Milano ad esempio ci fu una interruzione delle relazioni, poi riprese con regolarità – non cambia molto per quanto concerne la pratica, che nella prassi segue una tradizione secolare consolidata; anche se gli argomenti trattati restano sostanzialmente quelli tradizionali e, in genere, quelli di carattere preminentemente istituzionale, la stesura talora sembra più libera, al di là di schemi prestabiliti.

    Alcune innovazioni circa le scadenze relative alla visita e alla relativa relazione arrivano con il CIC del 1917 (can. 340-342), che obbliga alla presentazione della relazione alla Sede apostolica ogni 5 anni (c. 340), adeguandosi al decreto A remotissima (31 dicembre 1909), con cui Pio IX aveva portato la scadenza a cinque anni per i vescovi europei (e a dieci per gli extraeuropei), ribadendo l’obbligo di effettuare la relazione quinquennale (can. 380) anche nel giuramento di fedeltà alla Sede apostolica prima della consacrazione episcopale.

    Il vescovo è poi tenuto a relazionare secondo il formulario e le modalità predeterminate dalla Sede apostolica, con riferimento ai decreti Ad sacra limina del 28 febbraio 1959 e Ad Romanam Ecclesiam del 29 giugno 1975; quest’ultimo prevede anche che la relazione sia da inviare alla congregazione competente in anticipo (da non meno di tre a sei mesi prima) per permettere una adeguata conoscenza preliminare della realtà locale, utile in quanto finalizzata per eventuali colloqui; della Congregazione dei vescovi si vede pure l’apposito Formulario per la relazione quinquennale (Città del Vaticano 1981).

    Successivamente il CIC emanato nel 1983 (can. 399-400), affermando che “il vescovo diocesano è tenuto a presentare ogni cinque anni una relazione al sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli, secondo la forma e il tempo stabiliti dalla Sede apostolica” (can. 399), mette in primo piano la relazione ovviamente connessa alla visita ‘ad limina’; infatti solo poi precisa che “il vescovo diocesano nell’anno in cui è tenuto a presentare la relazione al sommo Pontefice… si rechi nell’Urbe per venerare le tombe dei beati apostoli Pietro e Paolo e si presenti al romano Pontefice” (can. 400).

    L’importanza della visita ‘ad limina’ viene inoltre focalizzata da alcune precisazioni, soprattutto nel richiamo alla configurazione come giusta causa per l’assenza del vescovo dalla residenza in diocesi (can. 395, § 2) in quanto obbligo “personale” cogente, al punto da essere soddisfatto in caso di legittimo impedimento (come da tradizione secolare consolidata) tramite vescovo coadiutore o ausiliare o “sacerdote idoneo” (can. 400, § 2).

    Poi, a partire dal CIC 1983, con la costituzione Pastor bonus del 28 giugno 1988 papa Giovanni Paolo II ricorda la visita quinquennale e la relazione da farsi da parte dei vescovi (art. 28-35), sottolineando in appendice l’importanza pastorale della visita ‘ad limina’, il nesso fra chiesa particolare e chiesa universale, il consolidamento di una collegialis conformatio dei vescovi e insieme della comunione gerarchica; infatti se il singolo vescovo è tenuto a visitare in pellegrinaggio il sepolcro degli Apostoli, ed è possibile l’incontro fra vescovo e pontefice per un colloquio personale, le visite sono però organizzate per gruppi episcopali della stessa conferenza episcopale che magari indirizzano istanze comuni alla Sede apostolica; resta appieno la possibilità di contatto con le varie realtà della Curia romana per problemi, questioni, richieste, chiarificazioni, informazioni, precisazioni.

    Da ultimo un Direttorio per la visita ‘ad limina’ (Città del Vaticano 1988) significativamente emanato nella stessa data della Pastor bonus da parte della Congregazione per i vescovi precisa le modalità di adempimento.

    Fonti e Bibl. essenziale

    Cfr. V. Cárcel Orti, Nota storico giuridica, in Direttorio per la visita ‘ad limina’, Città del Vaticano 1988, 31-34; Id., Historia, derecho y diplomatica de la visita ‘ad limina’, Valencia 1990; F.M. Cappello, De visitatione liminum, I-II, Roma 1912-1913; G. Ghirlanda, La visita ‘ad limina Apostolorum’, “Civiltà cattolica”, 140/II, 1989, 359-382; E. Apeciti, Visita ‘ad limina’, in Dizionario della Chiesa ambrosiana, VI, Milano 1993, 3978-3979; U. Dovere, La chiesa di Napoli nel 1860. Considerazioni in margine a una relazione ‘ad limina’, “Campania sacra”, 26, 1995, 7-98.


    LEMMARIO