Ordini militari – vol. II

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    Autore: Luigi Michele de Palma

    All’indomani dell’unità nazionale, sul territorio italiano continuava a vivere l’unico O.m. che aveva mantenuto la tradizione spirituale della militia Christi, l’Ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme, meglio conosciuto come Sovrano Militare Ordine di Malta. L’esilio dall’arcipelago melitense aveva condotto l’ordine a fissare la propria residenza a Roma (1834), dove si stabilì il gran magistero sotto l’egida della S. Sede, mentre l’organizzazione religiosa in Italia era articolata nei gran priorati di Roma, di Lombardia e Venezia e di Napoli e Sicilia.

    Sebbene l’Ospedale avesse abbandonato definitivamente la sua funzione bellica e perduto il territorio del suo principato a Malta (1789), la protezione della S. Sede e il riconoscimento degli stati gli permisero di conservare il suo status di diritto internazionale e le prerogative di sovranità e d’indipendenza. Una commissione cardinalizia istituita da Pio XII (1951) confermò la natura di ordine religioso (dipendente dalla S. Sede) dell’Ospedale Gerosolimitano, nonché di ente sovrano ed indipendente nella comunità internazionale. Furono quindi promulgati la Carta Costituzionale (1956, 1961) e poi, alla luce del dettato del Vaticano II, il Codice Melitense (1967). Entrambi vennero riformati nel 1997 in conformità al nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) e in essi veniva puntualizzata l’attività ospedaliera e assistenziale nonché la riorganizzazione interna dell’ordine. Nel frattempo il numero dei frati era diventato esiguo, si accrebbe invece la componente laica affiliata: fino al 1987 si contavano 36 professi, di cui 7 cappellani, e 10.000 non professi.

    Dal 1805 al 1871 avevano governato l’ordine 6 luogotenenti italiani del gran magistero, mentre fra il 1931 e il 1988 si erano succeduti 2 gran maestri anch’essi italiani. L’Italia era la nazione maggiormente rappresentata e offrì all’ordine la base per riprendere la sua missione ospedaliera sul piano internazionale. Durante la luogotenenza di Giovanni Battista Ceschi a Santa Croce venne stipulata una convenzione (1876) con il Regno d’Italia, tramite cui si avviò la cooperazione fra il Corpo Militare dell’Ordine di Malta e il Servizio Sanitario dell’Esercito Italiano, finalizzata all’assistenza sanitaria e spirituale dei malati e dei feriti in guerra. Le leggi italiane consentirono la costituzione dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (1877), per mezzo della quale l’ordine amministrava e gestiva le proprie strutture ospedaliere e di beneficenza sul territorio della penisola. Tuttora dipendono dall’associazione l’ospedale di S. Giovanni Battista alla Magliana in Roma e alcuni poliambulatori e centri per la cura del diabete in altre città italiane.

    L’Italia è rimasta l’unica “Lingua” dell’ordine organizzata in tre gran priorati e, dagli anni ’60 del Novecento, la loro articolazione si è sviluppata con l’istituzione delle delegazioni granpriorali, distribuite nelle maggiori località della penisola (29 nel 2011). Annualmente la Lingua d’Italia organizza un pellegrinaggio al santuario di Loreto, riservato agli ammalati. Nel 1970, inoltre, è stato istituito il Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta, organismo composto da volontari e facente capo all’associazione. Esso presta servizio sul territorio nazionale e collabora con la Protezione Civile. Nel 2011 l’ordine contava 63 professi, di cui 6 cappellani, e 12.500 membri affiliati; un terzo dei professi (con 2 cappellani) era di nazionalità italiana.

    I Teutonici tornarono ad essere presenti sul territorio italiano con l’annessione dell’Alto Adige, dopo la prima guerra mondiale, ma dalla metà dell’Ottocento il Sud Tirolo aveva conosciuto l’efficace attività di Pier Paolo Rigler (1796-1873), dotto sacerdote della diocesi di Trento e professo teutonico, il quale fu protagonista della riforma religiosa dell’ordine. Alcuni sacerdoti teutonici vivevano nel convento di Lana (fondato nel 1854), località in cui le suore – ricostituite con finalità assistenziali ed educative dal gran maestro l’arciduca Massimiliano Giuseppe d’Austria-Este (1835-63) e approvate da Pio IX nel 1837 – si erano insediate nel 1841, presso il castello di Lanegg, con una casa provincializia. Nello stesso tempo si era avviato il processo di clericalizzazione dell’ordine: l’ultimo gran maestro non professo, l’arciduca Eugenio d’Austria, si dimise e nel 1923 venne eletto il vescovo Norbert Klein, mentre alla morte dell’ultimo cavaliere l’O.m. si estinse. Pio XI approvò la rielaborazione della regola (1929) e i Teutonici diventarono un ordine religioso clericale, dedito alla cura pastorale, all’insegnamento e alle missioni. Nell’Annuario Pontificio viene tuttora classificato fra i canonici regolari e l’Alto Adige è una delle 4 province dell’ordine. Anche le suore ottennero l’approvazione papale delle proprie costituzioni riformate (1929), scegliendo di rimanere sotto la giurisdizione del gran maestro. Nonostante le difficoltà insorte durante la 2a guerra mondiale, la presenza dei due rami dell’Ordine Teutonico in Alto Adige non ha finora conosciuto soluzione di continuità. Le suore, in particolare, aprirono nuove filiali a Lana (1940), Bolzano (1957), San Michele/Appiano (1970), Merano (1971) ed anche a Roma (1957).

    Una reviviscenza dello spirito e della regola dei Templari sorse a Poggibonsi (Siena) nel 1979. Il conte Marcello Alberto Cristofani della Magione aveva acquistato il castello della Magione (XI sec.) appartenuto ai Templari, passato ai Giovanniti e poi ad altri proprietari. Il questa sede egli fondò un’associazione (riconosciuta civilmente nel 1979), che ottenne l’approvazione canonica (8.9.1988) dell’arcivescovo di Siena Mario Jsmaele Castellano come associazione privata di fedeli, intitolata “Milizia del Tempio” (Ordo Militiae Christi Templique Hierosolymitani). Le sue costituzioni furono approvate dall’arcivescovo nel 1989, mentre il successore, Gaetano Bonicelli, approvò la regola, un aggiornamento dell’antica regola templare. La Milizia del Tempio non pretende di essere legittima ereditaria dell’Ordine Templare, né ricalca l’originario e peculiare spirito militare del Tempio, tuttavia propone la propria regola come percorso di santificazione personale e intende la milizia come testimonianza pubblica di fede da parte dei suoi membri. Alcuni di questi, facenti parte del ceto primario, professano voti privati. Per gli altri aderenti sono previste forme differenziate di aggregazione, ma soltanto ai primi vengono riservati i ruoli dirigenziali. Oltre alla sede magistrale (Poggibonsi), il territorio della penisola comprende la precettoria d’Italia, mentre altre 4 sono all’estero. Fanno parte della Milizia del Tempio alcune centinaia di affiliati, di cui una trentina professi. Sono in progetto esperienze di vita comune.

    Fonti e Bibl. essenziale

    Biblotheca Sanctorum, II App., 1194-5; Dizionario degli Istituti di Perfezione, VI, 796-806; IX, 903-5; G. Mantelli, I Cavalieri del Tempio e il castello della Magione di Poggibonsi, in «I Templari: mito e storia. Atti del convegno internazionale di studi alla Magione di Poggibonsi-Siena. 29-31 maggio 1987», Poggibonsi 1989, 337-346; Der Deutsche Orden in Tirol: die Ballei an der Etsch und im Gebirge, a cura di H. Hoflatscher, Bozen-Marburg 1991; H.J.A. Sire, The Knights of Malta, New Haven-London 1994, 247-279; U. Arnold, L’Ordine Teutonico. Una viva realtà, Lana 2001; M. de Pinto, La riforma della “Carta costituzionale” e del “Codice” del Sovrano Militare Ordine di Malta, «Odegitria», XVII (2010), 171-218; L.M. de Palma, Un ordine militare torna al fronte. L’Ordine di Malta nella Grande Guerra, in « “Inutile strage”. I cattolici e la Santa Sede nella Prima Guerra mondiale. Raccolta di studi in occasione del Centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale (1914-2014)», a cura di L. Botrugno, Città del Vaticano 2016, 271-407; L.M. de Palma, Alle origini della Delegazione di Puglia e Lucania del Sovrano Militare Ordine di Malta, in «Studi Melitensi», XXIV (2016), 223-244; H.J.A. Sire, The Knights of Malta. A Modern Resurrection, London 2016; N. Neri, I Cavalieri e la Repubblica. La nascita delle relazioni diplomatiche tra l’Ordine di Malta e l’Italia, in «Studi Melitensi», XXV (2017), 77-92.


    LEMMARIO