Illuminismo, Aufklärung cattolica – vol. I

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    Autore: Giampaolo Venturi

    Polisemantica tematica e cronologica del tema generale, alla luce delle interpretazioni filosofiche, di storia della Chiesa. Il moltiplicarsi degli studi negli ultimi decenni e nuove linee di indagine hanno ampliato il quadro delle interpretazioni, contenuti e figure; nella ricchezza dei dati acquisiti, d’accordo sugli anni Quaranta-Ottanta del XVIII sec., per autori e tematiche si sale ad inizio secolo (pre-illuminismo, a fine XVII; tardo-illuminismo, anni Venti del XIX). Kant, partecipe di quei principi, ma volto a superare le scuole del proprio tempo, sensibile, negli ultimi anni, al cambiamento in atto, è a metà strada fra l’Illuminismo e il poi. Nella relazione con altre nazioni, in primis la Francia, l’Italia è valutata in modi diversi, secondo la specificità e ampiezza delle caratteristiche indicate. La storiografia successiva, per la Rivoluzione, il Romanticismo, l’avvento di nuove scuole filosofiche; in Italia, per il Risorgimento (cfr. poi le proposte di lettura del XX secolo, da Hazard a Horkheimer e Adorno), ha talora assolutizzato certi aspetti, o notato solo quanto (sociale, politico, altro) “anticipava” eventi successivi, o visto solo la rottura, non la continuità; o solo un Paese al seguito di Gran Bretagna o Francia, con influssi tedeschi e asburgici. Oggi si assegna all’Italia un ruolo diverso; gli elementi indicati a livello europeo hanno pesato anche nella valutazione italiana, in particolare la presenza cattolica in ambito illuministico. Nello schema, specie filosofico, tradizionale, si guardava, per l’Italia, soprattutto alla volontà di riforma politica, su suggestioni francesi; anche, come presenza, in parte mossa da analoghe finalità, ma particolare, del Giansenismo, specie per S. de’ Ricci e il Sinodo di Pistoia; un’azione in ogni caso eterodossa; in tale prospettiva, non avrebbe avuto senso parlare di illuminismo cattolico. Quanto ai tentativi di riforma politica, data la frammentazione statuale, apparivano velleitari. In ambito ecclesiale ed ecclesiastico, la complessità di aspetti che la Chiesa europea affrontava (rinnovamento pastorale, difesa dalle nuove tendenze di libero pensiero, governi volti a emarginare la Chiesa, azione missionaria interna ed extra–europea e problemi connessi, dai riti alla schiavitù alle Riduzioni), non favoriva l’attenzione all’eventuale, minoritaria, linea intermedia. Di qui i dubbi davanti all’ipotesi di un terzo partito, categoria riferita ad una zona chiaroscurale propria della Aufklärung cattolica, in Europa e in Italia. L’ipotesi tuttavia, partendo dalla Storia della Chiesa, si è consolidata.

    Marginalità e originalità della cultura e Chiesa italiana, tra variazioni del secolo, repubblica delle lettere europea e nuove proposte di spiritualità e devozione. Nazione da secoli, l’Italia del XVIII sec. è realtà statuale plurale; nei cfr. di altre (unita a metà sec. XIX), è stata considerata spesso solo nei limiti, in ogni campo (dalle lettere alla economia). Altri Stati (Francia, Austria) prevalgono per organizzazione e centralismo; in Italia, la stessa geografia, accanto a problemi oggettivi, moltiplica però la ricchezza di riferimenti: influenza francese, repubbliche, presenza austriaca, ducati, Stato Pontificio, Meridionale; aspetti, e loro esponenti, originali e di portata europea. Affiancano sollecitazioni culturali estere i tratti distintivi di lingua, cultura, generale appartenenza alla cattolicità, sostanziale identità spirituale e devozionale, riferimenti ad Ordini. Le proposte nei vari campi, dal diritto alle lettere, con specificità regionali, presentano figure elevate, da Cassini a L. Galvani a Volta. G.B. Vico, al di là del successo in vita e tardiva valorizzazione, è l’exemplar di ricerca fondata sulla ragione in termini altri da quelli francesi e inglesi (Descartes, Newton): attingendo alla cultura italiana, privilegiando la storia. La Chiesa presenta caratteri peculiari, legati a vicende storiche, civili e religiose, presenza pontificia, attuazione dei decreti tridentini, figure rilevanti: Borromeo, Paleotti e i loro imitatori; proposte di vita e santità anteriori, ma vive (Francesco, Domenico, Filippo, Camillo, i Teatini, i Gesuiti), e nuove: Passionisti, Lazzaristi, Redentoristi; nel sentire del tempo, popolari, via di diffusione, con grande seguito, di forme di spiritualità e devozione, vita sacramentale, liturgia (adorazione eucaristica, via Crucis…). Una nota a sé richiede il giansenismo: singoli, gruppi, specie ecclesiastici, un’ élite; da S. de’ Ricci, più noto, perché vescovo e per zelo di riforma, ai lombardi (Tamburini, Zola…; riforma del seminario) all’ Archetto, a Degola; legato ad olandesi e francesi, chiede l’ intervento statale, il cambiamento ecclesiale, diffonde periodici e libri; a fine secolo, appoggia in genere le nuove leggi, affini a proprie richieste.

    Illuminismo / Aufklärung cattolico fra spinte diverse ecclesiali e statuali. I concetti di luce e illuminazione, di tradizione platonico–agostiniana, attraversano tutta la storia della filosofia e teologia; è tesi recente che anche l’ Illuminismo del XVIII secolo, pur con taglio inusuale, nell’ appello alla ragione, via di illuminazione, sia su questa linea; il contrasto Lumi – Cattolicesimo non verrebbe da tale richiamo, ma dall’auto–referenzialità; in tal senso, si parla oggi di altro Illuminismo. Se si accoglie l’esigenza illuministica di aggiornamento, semplificazione, si vede uno spazio possibile, reso meglio dal termine attivo (illuminazione; or.: Aufklärung); esso, specie da metà del secolo, è tramite fra esperienza ecclesiale ed esigenze valide dei Lumi, per un cristianesimo più cosciente e felice, fra spinte estreme e opposizione alle novità. Centrale è la volontà dello Stato: l’ esigenza di efficienza e produttività, fattori di felicità comune, di “philosophes” e sovrani, contrari alle autonomie, implica abolizione, o forte riduzione, della mano morta, improduttiva; soppressione, riconfigurazione, di diocesi; limitazione di numero e tipo di religiosi; nuova formazione del clero. I giansenisti vogliono l’ autonomia dei vescovi (anche, dei parroci), i prìncipi una Chiesa organica allo Stato; la soppressione della Compagnia rientra in questa politica. Uomini di studio, discussione, senso religioso, respiro europeo, gli aufklärer vogliono evitare scelte controproducenti, aprire se possibile (cfr. P. Lambertini); sempre: aufklaren; distinti da illuministi inclini al deismo, materialismo, avversi ad “oscurantismo” e “dispotismo” ecclesiastici. Studiano criticamente la storia ecclesiastica, la santità; ricusano sfarzosità barocche, devozioni ingiustificate, rischi di superstizione, estremismi, nuovi dogmi (per principio: Immacolata Concezione), devozioni frutto di rivelazioni private (S. Cuore); sono per una forte riforma (anche: riduzione) dei religiosi, diverse formazione del clero e scolastica; reinterpretano fede e vita religiosa; non puntano sulla sola propria ragione, né a staccarsi dalla Chiesa; la realtà storica, culturale, spirituale italiana, priva dei contrasti fra confessioni di altre nazioni (sostituiti dalla secolarizzazione?), li porta a una via media; posizioni variabili allora, nella valutazione oggi. Riconoscono il rinnovamento religioso in atto, le ragioni di chi combatte agnosticismo e libertinismo, l’autonomia della Chiesa. Gli zelanti difendono i beni ecclesiastici per origine e destinazione; rivendicano al magistero la decisione sulle forme di santificazione, pietà, associative, dei fedeli, le nomine di parroci e vescovi, l’estensione delle diocesi, la formazione del clero. Degli autori del tempo vedono gli aspetti a– e anti– cristiani; cfr. i filoni di pensiero (non solo empiristi: Toland, Mandeville…) che pensano la Rivelazione irrilevante o negativa per lo sviluppo umano e sociale (anche la scienza, in certe premesse, pare andare in tale direzione); talora (es., Roberti) concordano su limiti e difetti interni.

    Figure significative e loro specificità. Definita la ricerca, e nella nuova valutazione positiva in ambito ecclesiale, molte nuove figure sono state assegnate all’area intermedia; diverse tra loro, accolte con vari motivi: da L. A. Muratori, figura centrale, studioso della regolata devozione e pubblica felicità, degli Italici Scriptores; ad A. Genovesi, vichiano, pedagogista, economista; da C. Goldoni, exemplar dell’epoca, per le commedie e le Memorie, a M. G. Agnesi, sensibile a spiritualità, scienze, illuminismo; cfr. R. G. Boscovich, filosofo, astronomo, matematico, fisico, e i gesuiti milanesi. Incerti, C. Beccaria (indubbi importanza ed effetto dell’opera) o A. Verri; più certi S. Maffei, o M. Gioia, dell’ “Alberoni”, di interessi umanistici e scientifici. Forse vicino all’Aufklärung cattolica, con simpatie gianseniste, il “Circolo dell’ Archetto». Per l’insegnamento, si v. F. Soave, autore di testi scolastici e di metodo usati ancora a metà XIX. Cfr. il card. A.M. Querini, OSB, F.A. Marcucci, di Ascoli P.I. Capizzi, di Palermo (si è detto, l’intero indirizzo del R. Collegio; fra i discepoli, N. Spedalieri); o D. De Rossi, di Foligno, l’erudito fiorentino D. M. Manni, l’ab. G.C. Amaduzzi, O. Diodati; si cfr. l’apertura culturale di P. Facchinei o il “pre-illuminismo” di P. M. Ricci. Un posto a sé spetta a Benedetto XIV: esperto di diritto (Cause dei Santi), universalmente stimato, mediatore di grande rilievo, suscitò speranze di aggiornamento ecclesiale; contrario al giansenismo, revocò il divieto all’ipotesi copernicana, evitò certe condanne di scritti, rinviò la decisione sulla devozione al S. Cuore; prudenza e mediazione diedero luogo a delusioni, oggi a valutazioni diverse. Elementi di “illuminismo” potevano trovarsi ovunque. Lascio autori, tra fine XVIII e metà XIX, come Manzoni, nei quali sono presenti elementi illuministici e cattolici.

    Dispersione ed estremizzazione nel quadro degli avvenimenti di fine secolo. Comunque si valutino periodicità e ampiezza, l’impegno illuminista italiano, specie cattolico, termina sostanzialmente alla venuta in Italia degli eserciti rivoluzionari. Se il coinvolgimento dell’Italia porta al realizzarsi in parte di ipotesi formulate nei decenni precedenti, estremizzando le posizioni pone difficili, anche inaccettabili, scelte di campo. Le applicazioni delle nuove leggi, d’origine illuministica, appaiono ispirate alla parte anti–cristiana: libero pensiero, deismo, volterrianesimo …; confermano la negatività delle idee illuministiche e l’azione degli “zelanti”. L’estensione di leggi limitative e soppressive, l’azione anti-papale, tolgono spazio a una via intermedia. Se questi eventi risultano “chiarificatori”; se ora, più che mai, è evidente la necessità di aggiornamento, imposto, in Italia e altrove, in ben altri modi e uniformità rispetto al passato; se non vengono meno le ragioni della “illuminazione”, in senso filosofico e teologico, si impongono altre preoccupazioni e scelte. Anche in termini generazionali, tuttavia (e nel patrimonio di studi e ricerche), la “lezione” illuminista cattolica italiana non va perduta; dal lato storiografico, dovrà sottostare alle vicende del secolo seguente, e oltre, prima che la dimensione filosofica generale, la proposta particolare, le figure nel loro insieme, tornino alla generale attenzione e di attualità.

    Fonti e Bibl. essenziale

    E. Préclin – E. Jarry, Le lotte politiche e dottrinali nei secoli XVII e XVIII (1648-1789), SAIE, Torino, 1975 (vol. XIX/2 della “Storia della Chiesa” iniziata da A. Fliche e V. Martin), 3^ ed.; AAVV, La Chiesa nell’età dell’ assolutismo confessionale. Dal Concilio di Trento alla pace di Westfalia (1563-1648), a cura di L. Mezzadri, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1995; H. Jedin (dir. da –), Storia della Chiesa, Jaca Book Milano, 1972 ss.; n. ed. it. di L. Mezzadri, 1994; in part., Vol. VII, La Chiesa all’epoca dell’Assolutismo e dell’Illuminismo (ed. it. a cura di E. Guerriero); H. Smolinsky, Storia della Chiesa, vol. 3, Epoca moderna I (ed. it. a cura di L. Mezzadri), Queriniana, Brescia, 1995; Storia del Cristianesimo / Religione – Politica – Cultura, direzione di J.M. Mayeur, Charles e Luce Pietri, A. Vauchez, M. Venard; vol. 9, L’età della ragione (1620/30-1750), a cura di M. Venard (ed. it. a cura di P. Vismara), Borla – Città Nuova, Roma, 2003; vol. 10, Le sfide della modernità (1750-1840), a cura di B. Plongeron (ed. it. a cura di B. Bocchini Camaiani), Idem, 2004; M. Rosa (a cura di), Cattolicesimo e lumi nel Settecento italiano, Roma, Herder, 1981 (Contributi italiani nell’ambito della 3. sessione del Congresso internazionale di storia ecclesiastica comparata tenuto a Varsavia nel 1978); P. Vismara, Cattolicesimi. Itinerari sei-settecenteschi, Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, 2002; V. Ferrone – D. Roche (a cura di -), L’Illuminismo. Dizionario storico, Roma-Bari, Laterza, 1997; ed. anche in spagnolo, francese, russo [da cui: V. Ferrone – D. Roche, L’Illuminismo nella cultura contemporanea. Storia e storiografia, Roma-Bari, Laterza, 2002); cfr. anche, promosso da V. Ferrone, il programma inter–universitario di ricerca sul tema “diritti dell’uomo e di libertà dell’Illuminismo italiano ed europeo”; M. Rosa, Settecento religioso: politica della ragione e del cuore, Venezia, Marsilio, 1999; A. Prandi, Religiosità e cultura nel ‘700 italiano, Il Mulino, Bologna, 1966; L. Mezzadri, P. Vismara Chiappa, La Chiesa tra Rinascimento e Illuminismo, Città Nuova, Roma, 2006; Grande Antologia Filosofica, dir. da M.F. Sciacca, coord. da M. Schiavone, voll. XV e XVI, Marzorati, Milano, 1973 (aggiornamenti bibliografici, vol. XXXIV, 1985); G. Natali, Il Settecento, in Storia letteraria d’Italia, Vallardi, Milano, 1950, 3^ ed.; G. Capone Braga, La filosofia francese e italiana del Settecento, Parti I e II, Cedam, Padova, 1941, 1942.


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