Ambiente – vol. II

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    Autore: Simone Morandini

    Scrivere della Chiesa italiana in relazione all’ambiente significa concentrarsi soprattutto sugli ultimi decenni, in cui giungono a maturazione alcuni elementi ricchi di significato già presenti in fasi precedenti. Ci si riferisce qui a quel secolare rapporto con la terra intrattenuto da molte comunità rurali, che dal 1950 aveva trovato espressione nella Giornata del Ringraziamento del 19 novembre; a quella relazione con l’ambiente boschivo che ha storicamente caratterizzato molte comunità religiose (basti citare il Monastero di Camaldoli); a quella radicata tradizione francescana, giustamente valorizzata dal Giovanni Paolo II nel 1979, con la proclamazione di Francesco d’Assisi a “patrono dei cultori dell’ecologia”.

    È, però, negli anni ’80 che si fa strada in Italia una tematizzazione teologica della questione ambientale, soprattutto a partire da quella recezione critica di alcuni autori di area tedesca – J. Moltmann e, sul versante etico-teologico, B.Haering ed A. Auer – che è stata realizzata da diversi teologi moralisti e nell’Associazione Teologica Italiana (ATI). Spunti importanti vengono in quegli anni dal ricco Magistero di Giovanni Paolo II, che al rapporto tra uomo e creato dedica, tra l’altro, il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990 Pace con Dio Creatore, pace con tutto il creato, come da quel processo ecumenico su Giustizia, pace e salvaguardia del creato, che culminerà nella I Assemblea Ecumenica Europea (I AEE, Basilea, 1989) e nella Convocazione Ecumenica Mondiale di Seul (1990). In tale contesto si colloca anche la Lettera Pastorale dei vescovi della Lombardia del 1988 su La questione ambientale, che ne coglie la fondamentale dimensione etica e religiosa.

    Il testo resta abbastanza isolato per diversi anni: lo stimolo decisivo per il passaggio ad un’assunzione del tema a livello nazionale verrà solo nel 1997 dalla II AEE di Graz, che, nel raccomandare un impegno più attivo dei cristiani europei a protezione dell’ambiente, auspicherà la formazione di strutture e reti di cristiani impegnati in tal senso. La Conferenza delle Chiese Europee (KEK, che raccoglie il mondo ortodosso e protestante) sosterrà quindi l’ECEN (European Christian Environmental Network), cui si collegherà anche l’azione per l’ambiente del protestantesimo italiano. Per la parte cattolica, invece, il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) promuoverà l’attivazione delle realtà ecclesiali nazionali, con la convocazione tra il 1999 e il 2004 di sei incontri per i delegati per l’ambiente delle varie Conferenze Episcopali.

    La CEI – come le altre CE europee – si vede così chiamata a individuare figure che sappiano rispondere a tale invito, ma soprattutto avviare una pastorale del creato, fino ad allora praticamente inesistente a livello nazionale. Il compito è affidato all’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali ed il Lavoro che, a partire dal 1999, avvia un gruppo sulla Responsabilità per il Creato, supportato anche dal Servizio Nazionale per il Progetto Culturale. A condurlo il direttore dello stesso Ufficio, mons. M. Operti, quindi dal 2000 mons. P. Tarchi, dal 2008 mons. A. Casile, cui si deve l’attuale denominazione “Custodia del creato”, dal 2013 mon.F.Longoni. Tra i soggetti coinvolti, da segnalare il fondamentale contributo di mons K. Golser (poi presidente dell’Associazione Teologica per lo Studio della Morale (ATISM) e quindi vescovo di Bolzano-Bressanone), ma anche il ruolo della Fondazione Lanza di Padova (Centro Studi in Etica), che già nel 1988 aveva avviato un progetto su “Etica e Politiche Ambientali”, affidato dal 1995 a M. Mascia.

    Alla stessa Fondazione è affidata la costituzione e l’aggiornamento di un Database on-line di documenti ecclesiali (cattolici, di altre confessioni e del movimento ecumenico) sulla teologia della creazione e la salvaguardia del creato, che troverà spazio nel sito del Progetto Culturale. Per sensibilizzare la comunità ecclesiale italiana, poi, il gruppo opererà tramite Convegni e Giornate di Studio e con la pubblicazione di sussidi e materiali. Un particolare rilievo, in tal senso, avrà il volume Responsabilità per il creato. Un sussidio per le comunità del 2002, cui farà seguito nel 2005 Per il futuro della nostra terra. Prendersi cura della creazione. Dalla collaborazione con il Servizio Nazionale per l’Insegnamento della Religione Cattolica nascono poi nello stesso anno quattro fascicoli per una didattica della responsabilità per il creato nei vari ordini di scuola.

    È in tale contesto che si colloca la forte attenzione per la dimensione ecologica che caratterizza nel 2005 la Nota pastorale della Commissione Episcopale della CEI per i Problemi Sociali Frutto della terra e del lavoro dell’uomo, sui cambiamenti del mondo rurale. Anche Caritas Italiana – tramite l’Ufficio Emergenze Ambientali – avvia un’attenzione per il tema, che trova espressione in una varietà di progetti, come nei quattro volumetti del 2005. Ma sono pure parecchie le Associazioni cattoliche (si pensi alle ACLI o a Coldiretti) che in questi anni inseriscono o potenziano la dimensione ambientale della loro azione.

    Un deciso salto di qualità per la Chiesa italiana si ha, però, nel 2006 quando la Conferenza Episcopale accoglie la proposta – inizialmente formulata nel 1989 dal Patriarca Ecumenico Dimitrios I di Costantinopoli e poi ripresa nel 1997 dalla II AEE – di celebrare annualmente anche in Italia la Giornata del Creato, affiancandosi a quanto già facevano diverse comunità evangeliche. La data è il 1 settembre (ecumenicamente significativa: inizio dell’anno liturgico ortodosso), ma con l’indicazione pastorale di una disseminazione dei relativi eventi sull’intero mese. L’attenzione per l’iniziativa, dapprima limitata a poche diocesi, si diffonde sull’intero territorio nazionale, assumendo spesso una connotazione ecumenica e dando luogo a momenti dalla forte portata simbolica (si pensi a quelli realizzati dalle quattro diocesi dolomitiche di Como, Belluno, Bolzano-Bressanone e Trento). Tale ricchezza trova alimento nei numerosi spunti del magistero di Benedetto XVI (si pensi ai nn. 48-51 di Caritas in Veritate e al Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010 Se vuoi coltivare la Pace, custodisci il Creato) e successivamente di Francesco, così come nel Messaggio pubblicato annualmente per la stessa Giornata a firma del presidente della Commissione Episcopale per la Giustizia e la Pace e di quello della Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo (inizialmente mons. A. Miglio e mons. V. Paglia, cui succedono mons. G. Bregantini e mons. M. Bianchi). Se nel 2006 esso delinea un orizzonte generale (“Dio pose l’uomo nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15”), i successivi testi mediteranno specifici temi ambientali (acqua, terra, rifiuti, clima…). Espressione della stessa accresciuta percezione della responsabilità ecclesiale per la terra è pure la Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, sorta nel 2007 dall’incontro tra alcuni uffici di diocesi del Nord-Est impegnati nella formazione a stili di vita sobri e sostenibili. L’interesse del tema la estendono a coinvolgere decine di realtà (Caritas diocesane, Uffici Missionari, Uffici PSL…) sull’intero territorio nazionale: oltre quaranta nel 2011 le diocesi coinvolte nel nella Campagna “Acqua, dono di Dio e bene comune”.

    Tale crescente sensibilità pastorale viene supportata, poi, a partire dal 2009 dal lavoro di approfondimento teologico realizzato nei seminari promossi da UNPSL e SNPC in collaborazione con ATI e ATISM e coordinati da S. Morandini. Alcuni primi frutti di tale ricerca nel volume Custodire il creato. Teologia, etica e pastorale del 2013.

    L’attenzione per la custodia del creato resta ancora, comunque, in Italia un dato recente, anche rispetto ad altre Chiese europee e non stupisce che essa si esprima soprattutto in indicazioni per il rinnovamento teologico e per la formazione a stili di vita più sobri. Ancora parziale, invece, la loro integrazione nei percorsi di formazione ecclesiale, mentre appena incipiente – limitato a singole diocesi o comunità religiose – è il passaggio ad un’azione più strutturale, capace di tradursi, ad esempio, in una gestione sostenibile dei beni ecclesiastici. Quell’amore per la terra che si radica nella fede nel Creatore attende ancora di esprimersi appieno in pensieri ed in pratiche efficaci di cura del creato.

     Fonti e Bibl. essenziale

     J. Moltmann, Dio nella creazione. Dottrina ecologica della creazione, Queriniana, Brescia 1986 (ed. or. ted. 1985); A. Auer, Etica dell’ambiente, Queriniana, Brescia 1988 (ed. or. ted. 1984); B. Haering, Ecologia ed etica, in Id., Liberi e fedeli in Cristo. Teologia morale per preti e laici, Vol. III Voi siete la luce del mondo, Paoline, Roma 1981, 216-263 (ed. or. ted. 1981); A. Autiero, Essere nel mondo. Ecologia del bisogno, in T. Goffi, G. Piana (edd.), Corso di Morale, Volume II, Diakonia, Etica della persona, Queriniana, Brescia 1983, 97-124; Conferenza Episcopale Lombarda, La questione ambientale, aspetti etico-religiosi, Centro ambrosiano di documentazione e Studi religiosi, Milano, 1988; P. Giannoni (ed.), La creazione. Oltre l’antropocentrismo?, Messaggero, Padova 1993; G. Colzani (ed.), Creazione e male del cosmo. Scandalo per l’uomo e sfida per il credente, Messaggero, Padova 1995; Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI, Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI (a cura), Responsabilità per il creato. Un sussidio per le comunità, Elledici, Leumann 2002; Idd. (a cura), Per il futuro della nostra terra. Prendersi cura della creazione, Gregoriana, Padova 2005; A. Giordano, S. Morandini, P. Tarchi (edd.), La creazione in dono. Giovanni Paolo II e l’ambiente, EMI, Bologna 2005; N. Doro (a cura), Responsabili per il creato, Elledici – Capitello, Torino 2005 (4 voll.); Commissione Episcopale della CEI per i Problemi Sociali, «Frutto della terra e del lavoro dell’uomo». Mondo rurale che cambia e Chiesa in Italia, 19 marzo 2005; Caritas Italiana, La riflessione e il confronto, Il percorso, I progetti, Strumenti per l’animazione e la preghiera, Roma 2005; S. Numico, M. Vogt (edd.), Salvaguardia del creato e sviluppo sostenibile: orizzonti per le chiese in Europa, Gregoriana, Padova 2007; Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, Responsabilità per il creato in Europa. L’impegno delle Conferenze Episcopali, a cura della Fondazione Lanza, Euganea, Padova 2007; Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI, Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI (a cura di), Custodire il creato. Teologia, etica e pastorale, EDB, Bologna 2013. Alcuni siti: sull’azione della CEI la sezione “Custodia del Creato” all’indirizzo www.chiesacattolica.it/lavoro ed il database tematico di documenti ecclesiali all’indirizzo www.progettoculturale.it, Sezione Collaborazioni. Sulla Rete Interdioscesana Nuovi Stili di Vita: http://reteinterdiocesana.wordpress.com/; sull’ECEN: http://www.ecen.org; sulla Commissione Globalizzazione ed Ambiente (GLAM) della Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane (FGEI): http://www.fedevangelica.it/comm/glam0.php.


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