Romanticismo cattolico – vol. I

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    Autore: Giampaolo Venturi

    Ampiezza di diffusione e varietà di componenti del Romanticismo in Europa hanno dato luogo a molteplici, talora contrastanti, interpretazioni, non tanto sulle caratteristiche generali, quanto sull’estensione, limiti cronologici e autori. E’ indubbio che le novità tedesche sono giunte in Italia soprattutto attraverso le sollecitazioni francesi, sia dirette (Mme de Stael), sia di pubblicazioni (Chateaubriand). Il R. italiano, per altro, presenta caratteristiche particolari, sia per il legame stabilitosi con le vicende risorgimentali (dal Conciliatore ai saggi e romanzi legati a tale sentire: da S. Pellico a C. Balbo ad A. Manzoni), sia per la particolare storia, cultura, religiosità (compresa la pressoché generale, per quanto discussa, presenza del Cattolicesimo). La riscoperta e valorizzazione del sentimento, della storia e del Cristianesimo (cattolico; uniti nel sentire medievale cristiano, anteriore alle divisioni del XVI secolo) trovano fertile terreno, e più facilmente possono innestarsi nella cultura italiana, in tutte le sue forme. C’è un nesso intimo, in generale, fra la nuova scuola e la Chiesa italiana del tempo; mentre l’Illuminismo, anche là dove aveva coinvolto religiosi e laici, era rimasto estraneo alla Chiesa italiana nell’insieme (cfr. voce), specie alla generalità dei fedeli; dove il sistema rivoluzionario, anche nella accezione napoleonica e al suo culmine, nonostante il Concordato, non aveva convinto (azione giurisdizionalista, persecuzioni); la riscoperta della religione e delle sue realizzazioni rendevano interessante il R.; tanto più negli anni di consonanza fra ideali patriottici (indipendentistici, unitari) e progetti neoguelfi (Gioberti, Rosmini, Manzoni, Pellico…). La fine della concordia (dal 1848) non significava rifiuto del R. come tale, se mai divisione fra scelte diverse (o solo se – caso Bresciani – identificato col liberalismo anticlericale). Il fatto che la maggior parte degli scrittori e uomini d’azione fossero ecclesiastici o provenissero per formazione da collegi di religiosi, ha fatto affermare che l’intera vita intellettuale italiana del tempo era almeno di ispirazione cristiana; e spiega altresì l’ampio, a tutt’oggi, dibattito, non solo sulla attribuzione di questo o quell’autore al R., ma al sentire cristiano (per tutti: Leopardi). Ma non si può porre una identità fra romantici e cattolici; sia come adesione alla scuola, sia per le scelte artistiche (il romanzo); non solo per le tensioni risorgimentali, ma perché nel R. il Cristianesimo è percepito talvolta più in termini di commozione, entusiasmo, affettività, che su solide fondamenta di consapevolezza (razionali, dogmatiche; ciò che è indubbio, es., in Manzoni, specie nella frequentazione di Rosmini, o in Pellico; ma si v. anche, con i debiti distinguo, Tommaseo, Cantù, altri). Nella sua lunga parabola, che attraversa, nella ipotesi più ampia e generale, l’intero secolo XIX, sia pure con variazioni di chiarezza e intensità, il R. italiano interessa figure molto diverse, ascritte a questo movimento o ad altro, la cui “cattolicità” è talvola vaga (il caso Pascoli: un’intima religione, per origine, cultura, sentire generali, per certe letture ed espressioni, per convinzione di amici, da essi indicata come cristiana, se non propriamente cattolica; cfr., tra classicismo e R., Carducci). Ma il R. non è solo fenomeno letterario, limitato a pochi autori, o artistico (cfr. pre – raffaeliti e nazareni; un discorso a sé andrebbe fatto per la musica sacra); c’è una riscoperta della profonda interiorità dell’arte cristiana, della infinità della sofferenza, della architettura medievale, particolarmente il gotico, e applicazione contemporanea, come in Viollet – le – Duc e imitatori in Italia, da A. Rubbiani in poi. In senso più ampio, è modo di sentire, interpretare, vivere la fede e il mondo che caratterizza il secolo; in tale accezione, la sua presenza è ben più estesa in tutti i campi ecclesiali ed ecclesiastici: dalla predicazione alla spiritualità alla devozione (con tutti gli elementi positivi e i limiti e retoricità del movimento in generale), all’impegno missionario; che assume anch’esso, facilmente, tonalità proprie del R.: straordinarietà, eroismo, quasi parallelo del sentire ed esprimere, in Italia, risorgimentali. Il sentire del tempo (si cfr., a migliore comprensione, il panorama, specie filosofico, tedesco, da un lato; i romanzi di vario genere, dall’altro) aveva già cercato una corrispondenza nelle imprese napoleoniche, e l’aveva trasposto nella azione nazionale; trovava, in ambito ecclesiale ed ecclesiastico, una più piena rispondenza nella storia, nelle figure, avvenimenti, obiettivi additati dalla Chiesa, e nello stesso dibattito interno al MC: l’attenzione rinnovata a Dante e S. Caterina da Siena, più ancora che a S. Francesco. Così, nella azione nazionale, come nella extraeuropea, nella conquista, come nella riconquista; in tal senso, tutta l’azione “intransigente”, come quella “missionaria”, sono fuoco, entusiasmo, sentire romantico: avventura, eroismo, sete di infinito, Paesi lontani. Anche la spiritualità e devozione (cfr. letteratura relativa) assumono le caratteristiche del tempo (es., il S. Cuore). Come tale, e come mezzo espressivo particolare (romanzo) il R. continuerà oltre la fine del secolo.

    Fonti e Bibl. essenziale

    Voci “Romanticismo” e “romanzo cattolico”, in Dizionario Ecclesiastico (dir. A. Mercati – A. Pelzer), UTET, Torino, ed. 1958, vol. III, 590-591 e 591-592; Grande Antologia Filosofica (dir. da M.F. Sciacca), voll. XX, Il pensiero moderno – prima metà del secolo XIX, Marzorati, Milano, 1973 (aggiornamenti bibliografici, vol. XXXIV, 1985); Storia della Chiesa (iniziata da A. Fliche – V. Martin), vol. XX/2, (“Crisi rivoluzionaria e liberale, 1815 – 1846), ed. fr. a cura di J. Leflon, ed. it., sulla 2^ ed. fr., a cura di C. Naselli, SAIE, Torino, 1975; N. Abbagnano (e altri), voce “Romanticismo”, in Grande Dizionario Enciclopedico UTET, vol. XVII, Torino, 1990, 746-754; Storia della Chiesa, dir. H. Jedin, n. ed. it., a c. di L. Mezzadri, vol. VII/1, Tra rivoluzione e restaurazione, 1775 – 1830, 2^ ed. it., Jaca Book, Milano, 1993 (resp. E. Guerriero), e VII/2, “Liberalismo e integralismo tra stati nazionali e diffusione missionaria”, 1830 – 1870”, a c. di Idem, ed. it., 1995; Storia del Cristianesimo – Religione, politica e cultura, dir. J.M. Mayeur, C.L. Petri, A. Vauchez, M. Venard, ed. it. a cura di G. Alberigo, vol. 11, Liberalismo, industrializzazione, espansione europea (1830 – 1914), Borla / Città Nuova, Roma, 2003.


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