Zingari, Nomadi – vol. II

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    Autore: Matteo Sanfilippo

    Nell’Ottocento, come nel secolo precedente, la questione dei nomadi rimane in secondo piano, persino quando la Chiesa si preoccupa della mobilità dei fedeli, dall’emigrazione ai lavori marittimi o itineranti. È infatti difficile seguire una popolazione che non si radica, neanche temporaneamente. In Spagna, Belgio e Olanda, Irlanda gesuiti e cappuccini, nonché qualche sacerdote secolare, badano comunque ai nomadi dalla seconda metà dell’Ottocento, gettando le basi delle successive cappellanie nazionali. In Italia bisogna attendere gli anni 1930 perché don Dino Torreggiani, tramite l’istituto dei Servi della Chiesa da lui fondato a Reggio Emilia, organizzi la prima assistenza per i sinti che cercano un insediamento stabile.

    Dagli sforzi di don Torreggiani nascerà l’Opera Assistenza Spirituale Nomadi in Italia (OASNI), che per decreto di Pio XII (1958) dipende dalla Congregazione Concistoriale. Nel frattempo, però, il regime fascista è ricorso ai campi di internamento, innescando una dinamica genocidaria non differente dalla Shoah. Nel ricordo della tragedia dopo la guerra alcuni sacerdoti collaborano con Torreggiani, che presiede l’OASNI sino al 1981, e ripensano alle posizioni nei riguardi delle popolazioni mobili. Aleggia infatti il sospetto che la spinta alla stabilità possa aver confermato il regime fasciste nelle sue intenzioni e si cerca quindi di evitare la rigida contrapposizione tra nomadi e sedentari, collaborando anche culturalmente con i primi, magari sotto l’egida dell’Opera Nomadi, nata nel 1963 a Bolzano come associazione regionale e divenuta nel 1970 un ente morale nazionale.

    Grazie all’interessamento di molti vescovi, in primis quelli di Trento e Bolzano, nonché di mons. Montini, allora presule milanese, tali riflessioni coinvolgono gli ambienti curiali ed entrano nel dibattito conciliare. Il decreto Christus Dominus (1965) ricorda così a tutti gli ordinari diocesani che devono dimostrare particolare interessamento per “quei fedeli che, a motivo delle loro condizioni di vita, non possono godere dell’ordinario ministero dei parroci o sono privi di qualsiasi assistenza”. Tra questi il decreto elencai migranti, gli esuli, i profughi, i marittimi, gli addetti al trasporto aereo e i nomadi.

    Sempre nel 1965 Paolo VI istituisce l’Opera per l’Apostolato dei Nomadi con annesso segretariato internazionale, l’una e l’altro in seguito coordinati nell’ambito della Congregazione per i Vescovi alle altre Opere e agli altri segretariati per l’assistenza della popolazione mobile (motu proprio del 1969 per la cura pastorale dei migranti). Un anno dopo l’Apostolicae Caritatis istituisce all’interno della Congregazione per i Vescovi la Pontificia Commissione per la pastorale dei migranti e degli itineranti. Quest’ultima scrive nel 1978 alle conferenze episcopali su Chiesa e mobilità umana ed accenna alla condizione dei nomadi “quasi sempre estranei alla società” e quindi da questa rifiutati.

    Paolo VI insiste infatti sulla necessità di trovare un miglior modo d’incontro, Inoltre, da pontefice, prosegue quanto iniziato da vescovo: visita gli accampamenti alla periferia di Roma e accoglie i nomadi in occasione dell’Anno Santo del 1975. Il magistero montiniano è proseguito da Giovanni Paolo II ed il nuovo Codice di diritto canonico (1983) recepisce la necessità di preoccuparsi dei nomadi e soprattutto ratifica l’uso di questo termine al posto del “girovaghi” utilizzato dal Concilio tridentino. La stessa duplice esigenza di accettazione culturale e di specifica pastorale è ribadita dalla costituzione apostolica Pastor Bonus (1985).

    Quattro anni dopo Giovanni Paolo II apre il convegno internazionale Vocazione e missione degli Zingari nella Chiesa e nel mondo, segnalando come “ogni discriminazione degli Zingari è ingiusta e stridente, perché chiaramente opposta agli insegnamenti del Vangelo”. A tale proposito, in occasione dell’udienza generale del 5 aprile 2000, lamenta non solo le persecuzioni passate, ma anche quelle presenti nell’Europa balcanica e centro-orientale. Inoltre nel 1997 beatifica Zeffirino Giménez Malla, primo nomade così salito agli altari.

    La spinta pontificia prepara la successiva opera della Chiesa, che nel 2005 si dà specifici Orientamenti per una pastorale degli zingari e si propone di arrivare a un vero dialogo. In Italia il coordinamento dell’azione, che si impernia su cappellani e centri missionari, è garantito dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale dei Rom e dei Sinti (UNPRES), inserito nella Fondazione Migrantes. Inoltre parte dello sforzo ricade sulle spalle di un volontario che cerca di mediare tra la cultura ecclesiastica tradizionale e la cultura dei nomadi. Non sempre tale tentativo garantisce buoni frutti, anche per la diffidenza delle comunità seguite. Anche in Italia si apre dunque spazio alla penetrazione di comunità pentecostali, che conquistano un seguito assai significativo.

    Fonti e Bibl. essenziale

    B. Nicolini, Il problema degli zingari, “Aggiornamenti Sociali”, 9-10, 1988, 633-648, e, a cura di, Riflessioni, esperienze e orientamenti comuni nella pastorale dei Sinti e dei Rom 1994-1996, Roma, Diocesi di Roma 1996; H. Asséo et al., La Chiesa cattolica e gli zingari: storia di un difficile rapporto, Roma, Centro Studi Zigani – Anicia, [2000]; UNPRES, Comunicazione tra Babele e Pentecoste, Roma, UNPRES, 2006; L. Bravi, Rom e non-zingari. Vicende storiche e pratiche rieducative sotto il regime fascista, Roma, CISU, 2007, e Tra inclusione ed esclusione. Una storia sociale dell’educazione dei rom e sinti in Italia, Milano, UNICOPLI, 2009; G. Scaramuzzetti, Una storia tante vite, S. Pietro in Cariano, Il Segno dei Gabrielli editori, 2009; M. Introvigne, Le minoranze pentecostali nelle comunità romanì. Lo stato della ricerca e i principali problemi sociologici, “Religioni e sette nel mondo”, 5 (2009), 73-84; Fondazione Migrantes Le minoranze: dinamica per la società e per la Chiesa, Roma, Quaderno di Servizio Migranti, 2010; Osservatorio nazionale sull’incitamento alla discriminazione e all’odio razziale, Antiziganismo 2.0, Roma, Associazione 21 Luglio, 2013.


    LEMMARIO